Non è facile spiegare chi è Mario Lavezzi, anche se sono convinta che non ce ne sia bisogno perché, oltre ad aver scritto le più belle canzoni degli ultimi 50 anni, c’è molto di più. Compositore, cantautore e produttore discografico, ha lavorato, e tutt’ora collabora, con i grandi nomi della musica italiana. C’è Mogol (con cui ha scritto a quattro mani numerosi brani), c’è l’amicizia con Ornella Vanoni (di cui è anche produttore), c’è la passione per la musica, ma soprattutto c’è un gentiluomo, con un animo nobile e aperto, che si affaccia alla vita con quella curiosità tipica di chi la vita la vuole non solo assaporare, ma raccontare. Come fa nei suoi testi. L’appuntamento per l’intervista subisce qualche slittamento di orario e di location, d’altro canto siamo a Sanremo proprio il sabato della finale, normale quindi qualche aggiustamento nella scaletta di entrambi, ma alla fine ce l’abbiamo fatta ed ecco come una breve intervista (in cui arrivo parecchio trafelata, a dire la verità) si trasforma in una piacevole (e lunghissima) chiacchierata.
Parliamo subito del tuo nuovo progetto, si tratta di un libro “E la vita bussò” (edito da Morellini, con prefazione dell’amico Mogol) che racconta i tuoi 50 anni di carriera.
Scritto con Luca Pollini, che è un tuttologo della musica e che mi ha ricordato delle cose che ho fatto e altre che ho scritto che addirittura io non ricordavo. Il libro parla di un musicista, che sarei io, che ha attraversato le varie epoche musicali: dalla beat generation ai figli dei fiori, all’impegno della musica progressive fino ad arrivare ad oggi dove ad esempio ho pubblicato 5 compilation di “Amici” di Maria De Filippi. Si narra del mio rapporto con Mogol, che considero mio fratello maggiore, con il quale ho scritto la mia prima canzone che ho poi pubblicato: “Primo giorno di primavera”. In questa ottica posso dire che sia io che Mogol abbiamo già dato, ma quello che facciamo lo facciamo per i giovani perché negli ultimi anni lo streaming ha cambiato completamente il mondo musicale e guadagnare, in particolare per gli autori, diventa sempre più difficile.

Hai lavorato con nomi quali Lucio Dalla, Gianni Morandi, Ornella Vanoni, Anna Oxa, Loredana Bertè, Fiorella Mannoia, Fausto Leali e moltissimi altri. Ti chiedo qualche aneddoto, qualcosa di spiritoso che ti lega ad uno di questi artisti.
Circa 4 anni fa Ornella Vanoni ad esempio non voleva partecipare al Festival di Sanremo. Apprezzo Ranieri, Morandi o Iva Zanicchi che si sono messi in gioco. Poi sono riuscito a convincerla e così ha partecipato al Festival del 2018. Una volta sai il direttore artistico sceglieva la canzone e poi l’assegnava, decidendo il cantante. È successo che Bungaro è andato da Baglioni a proporgli la canzone “Imparare ad amarsi”, il pezzo è bellissimo, scritto appunto da Bungaro, insieme a Cesare Chiodo e Pacifico. Ho un po’ di esperienza anche con i brani che non ho scritto io (come ad esempio “Come si cambia” o “Quello che le donne non dicono” e molte altre), ma che ho prodotto. Ho per mia fortuna questa capacità di capire quando la canzone di qualcun altro è molto forte; e quindi dico Ornella vai in gara, fidati, però ti porti sul palco tutti gli autori, fai un’operazione dove dai onore e merito agli autori e così abbiamo fatto. E da lì Ornella è partita come con una nuova gioventù.
Quando è nato il sodalizio con Ornella Vanoni?
Nel 1991, anche se prima le avevo già dato una canzone, all’epoca aveva un modo di essere diverso, lei stessa dice di essersi liberata dalla timidezza; quel suo essere altero era dovuto a questo. Con “Insieme a te” ho iniziato a scrivere e produrre per lei, grazie ad una amica in comune: Annamaria Bernardini De Pace. Sono quindi più di trent’anni.
Com’è la vita di un produttore, come si svolge?
Ti devi spogliare dell’essere anche autore e avere la capacità e la forza di assumerti una responsabilità che è il successo di qualcun altro e non il tuo. Lo devi sentire, e a me è successo ad esempio con “E la luna bussò”, “In alto mare” o con “L’aiuola” o ancora “È tutto un attimo”. Con Loredana Bertè avevo anche una rapporto sentimentale oltre che di lavoro e quando mi ha fatto sentire “Dedicato” sono saltato sulla sedia e ho detto: questa sì! Anche con Fiorella Mannoia ad esempio con “Come si cambia”, che non era mia, al primo ascolto a lei non sembrava così forte, ma ho detto facciamo Sanremo e poi guarda cosa è successo, da lì lei è partita e poi, via via, si è consolidata. Il segreto è circondarsi delle persone che si pensano siano i migliori nel loro campo e crederci sempre fino in fondo.
Cosa ne pensi di questa edizione del Festival?
Mi è piaciuto molto Amadeus per la sua naturalezza e spontaneità e poi il mio Gianni (Morandi n.d.r.) per cui ho scritto “Vita”, “Varietà” e molte altre. Presenti canzoni belle e meno belle, come in tutte le edizioni.
Qual è il futuro dei giovani che vogliono fare musica? Tu hai un ruolo molto importante all’interno della Siae perché sei Presidente del Consiglio di Sorveglianza e so che segui anche un contest.
Si, è un contest che sostiene la Siae per gli studenti che amano la musica, si chiama Campusband musica e matematica (le iscrizioni sono aperte su www.campusband.it). E un progetto gratuito e la finale si terrà al Castello Sforzesco di Milano, dove si sfideranno 12 finalisti (4 gruppi, 4 interpreti e 4 cantautori). Il vincitore avrà la possibilità i realizzare l’inedito, compreso il video, gli si dà quindi già un bel trampolino, oltre poi alle borse di studio. Se andiamo indietro vediamo quanti si sono anche laureati: Jannacci, De Andrè… perché la cultura serve molto, anche per fare musica!
Con chi ti piacerebbe ancora collaborare?
Ci sono molti nomi, ho due canzoni pronte, una dedicata al nostro pianeta e si intitola “Terra” che ad esempio vedrei bene per Ghali o Ultimo piuttosto che Sfera Ebbasta, Salmo, Mahmood o Blanco. La seconda, dal titolo “Sexy” invece potrebbe funzionare con Achille Lauro (ride n.d.r.).
Per concludere vorrei sapere chi troviamo nei primi 5 posti della tua personale playlist?
“Primo giorno di primavera”, “E la luna bussò” (o “In alto mare” scegliete voi), “Stella nascente”, “Per l’eternità” (o “Insieme a te” per la Vanoni) e “Il mare al tramonto”.
