Essere pagati per mangiare: ebbene sì, esiste una carriera – quella dell’“assaggiatore professionale di cibo” – che regala questa soddisfazione personale ed economica, ma, attenzione questa fonte di guadagno non è per tutti e… va conquistata! Certo, per intraprendere questo percorso, occorre far forza su qualità di base innate, quali un buon palato e un buon naso, ma la figura del food tester richiede – di fatto – di essere altrettanto ed altamente qualificati. Per cimentarsi in questo ambito è infatti necessario prima di tutto scegliere un campo specifico (quello del caffè, dell’olio o dei formaggi, per fare un esempio), perché non è possibile diventare assaggiatori di cibo a 360°; in secondo luogo è necessario frequentare dei corsi specifici in scienze sensoriali.
L’assaggiatore professionale può essere alle dipendenze di un’azienda o lavorare come freelance su chiamata: in ogni caso il suo compito è quello di certificare le proprietà organolettiche dei cibi, non basandosi sul proprio gusto personale ma rispondendo a dei parametri ben definiti. E’ questo un lavoro molto complesso rispetto a quello che si potrebbe immaginare.
Il giudice sensoriale (così si chiama anche l’assaggiatore professionale quando viene chiamato per esprimere un giudizio all’interno di un gruppo), è un vero e proprio esperto che, per poter svolgere il suo lavoro, non deve essere un fumatore, né daltonico, né tanto meno soffrire di riniti, intolleranze alimentari e/o allergie.
Il food tester deve altresì masticare un poco di chimica (per distinguere le varie sostanze che determinano il sapore di ciò che si mangia), ma intendersi anche di matematica e di statistica, che servono per inquadrare i propri pareri personali in panel strettamente oggettivi. Non ultima, la fisiologia, che fa comprendere il funzionamento dei propri organi sensoriali.
E’ un food tester anche chi si intende di vini in modo professionale (famosa è la professione del sommelier) o di acqua: l’idrosommelier assaggia infatti acque minerali.
Come si svolge il lavoro dell’assaggiatore professionale?
Di solito i test si volgono in “cabine sensoriali” tutte bianche: chi è chiamato a valutare, dovrà farlo attraverso una scheda, che riporterà vari livelli e parametri (amaro, dolce, sapido, salato, acido, astringente, piccante, pastoso) e che viene stilata da un panel leader (un assaggiatore esperto).
Ma ci sono dei contro in questa professione?
Prima di tutto non è questo un lavoro a tempo pieno, perchè le papille gustative andrebbero altrimenti in tilt, così come sarebbe impensabile che lo stomaco sopporti l’introduzione di alimenti per così tante ore consecutive (una media di 8 ore).
E, sempre a proposito di fattore tempo, il futuro assaggiatore deve avere del tempo appunto a disposizione da dedicare a questa attività in quanto la sua collaborazione viene richiesta all’occorrenza, spesso con poco preavviso.
Chi “assaggia” per lavoro, dunque, lo fa solitamente come attività complementare ad un’altra professione.