Era già stato annunciato come il Festival della gioia e della ripartenza e non solo è stato così, mantenendo quindi tutte le promesse, ma è andato anche oltre tutti i pronostici diventando il Festival dei record. Gli ascolti alle stelle già dalla prima serata con un 55% di share, per arrivare al 65% della finalissima. Una Kermesse seguitissima dai giovani, in particolare nella fascia di età dai 15 ai 24 anni e con un fatturato, dichiarato da Rai, di 42 milioni di euro (+10,5%). A parlare però è stata soprattutto la musica, protagonista incontrastata, che ci ha fatto sognare e divertire nelle cinque serate e che ci accompagnerà per molto tempo. Incontriamo insieme, in esclusiva, i cantanti che hanno portato sul palco dell’Ariston le canzoni che faranno presto parte della nostra storia.
MAHMOOD E BLANCO
Vincitori di questo 72° Festival; orecchiabili, nonchè favoriti, già dal primo ascolto. Hanno conquistato il pubblico, non solo dei giovani, con il loro brano “Brividi” e con la loro spontaneità. Siamo riusciti a scambiare due parole con Mahmood subito dopo la vittoria, ecco cosa ci ha detto.
Che effetto fa vincere ancora una volta?
Mah, guarda, lo sai che sono ancora incredulo? In questo particolare momento né io né Riccardo (Blanco n.d.r.) ci rendiamo ancora conto, non abbiamo realizzato ed io mi sento un po’ nell’iperspazio…. comunque siamo felici, al settimo cielo, ma non ci sembra vero!!
Come è nata “Brividi”?
Ha avuto una gestazione lunga, quasi 6 mesi, abbiamo iniziato a luglio. Il brano è nato in realtà da un accordo sbagliato… Abbiamo registrato il ritornello e poi ci siamo rivisti dopo mesi e abbiamo messo giù le strofe, chiudendo il pezzo ad ottobre. Quando ho fatto sentire la canzone a mia mamma mi ha detto che questa, a differenza di altre mie, al primo ascolto le era arrivata subito.
Il desiderio più grande?
Portare la musica italiana all’estero.
L’Eurovision song contest si avvicina, parteciperete quindi?
Sì certo e sono il doppio più felice perché quest’anno si svolgerà in Italia.
Cosa ti lascerà questoFestival?
Ho provato un qualche cosa che non sentivo da 2/3 anni ,la gente che voleva stare insieme o voleva cantare con noi e mostrare il loro affetto è stata una cosa bellissima. Abbiamo avuto sotto assedio il nostro hotel, dove tantissimi ragazzi ci hanno atteso tutto il giorno. E stata una dimostrazione di affetto incredibile. La musica è un qualche cosa davvero potente, che ci unisce tutti, in maniera universale.
IRAMA
Il quarto classificato di questa edizione ha dimostrato con il suo brano una grande sensibilità. Il cantante che, lo ricordiamo, l’anno scorso era stato penalizzato e non aveva potuto esibirsi sul palco dell’Ariston, per via di un suo collaboratore riscontrato positivo al Covid, ha deciso di riprovarci quest’anno. Noi lo incontriamo a notte fonda e facciamo in tempo a scambiare quattro chiacchiere.
“Ovunque sarai” è una canzone intensa e toccante, sei contento del risultato?
Sono felice che il brano sia stato compreso, l’ho scritto quest’estate. A me piace andare in vacanza, affittare una casa e riempirla di musicisti. Ero in Salento ed era un periodo per me buio, una sera mi sono isolato e sono salito sul tetto di quella casa ed è lì che ho scritto “Ovunque sarai”, guardando il cielo e la terra, pensando a mia nonna. Parla dell’assenza e dell’importanza del ricordo per avere sempre accanto a te una persona che non c’è più.
Come hai vissuto la competizione?
Quando sei in gara ogni tanto ti fai prendere dal gioco, ma la cosa più importante secondo me di questo Festival è di aver portato un po’ di spensieratezza, leggerezza ed emozione nelle case degli italiani, in un periodo così difficile. Poi la gara ci sta, è un gioco e te la vivi, ma mi auguro che la canzone sia arrivata.
Sono le tre del mattino ed è appena finito il 72° Festival di Sanremo, che farai?
Te lo devo dire, tanto lo scopriresti fra poco…sto andando al Casinò a giocare, ho troppa adrenalina in circolo!