Da gennaio 2020 Stefano Coletta è il nuovo direttore di Rai1, iniziando così il suo nuovo mandato in un contesto storico sicuramente non facile e dimostrando, in questi anni, sensibilità e grande raffinatezza sia nei modi che nei pensieri come, d’altro canto, esprime anche nella nostra intervista in esclusiva.
Sono insieme al direttore di Rai1, Stefano Coletta, al quale do il benvenuto sulle pagine di EG Magazine, è un vero piacere averla nostro ospite.
Buongiorno, grazie per essere qui, mi sento di dire che siamo tutti dei grandi privilegiati perché partecipare emozionalmente, oltre che personalmente, all’evento degli eventi, non solo della musica, ma di tutta la tv, è sempre un grandissimo onore.
Onore nostro devo aggiungere, per essere stati scelti e rappresentare con la nostra testata la sala stampa, grazie a lei quindi. Questo è già stato soprannominato il Festival della ripartenza e della gioia. Quanti scogli però e quindi quante difficoltà ha dovuto superare direttore per essere qui oggi?
Io sono direttore di Rai1 da poco prima che scoppiasse la pandemia e quindi è chiaro che è stato un triplo lavoro rispetto a quello che un direttore di un canale normalmente deve fare, soprattutto per il genere intrattenimento, ma legittimamente la Rai ha trovato e fissato delle norme importanti che ci hanno permesso di poter lavorare. Sono state, quindi, tantissime le difficoltà incontrate. Ora è bello essere qui e capire quanto sia bella la musica e far passare il messaggio che ce la facciamo!
Tanto ottimismo e duro lavoro quindi.
Sì, abbiamo bisogno di positività e mi auguro che questo Festival sia una risata liberatoria in un connubio imprevedibile, ho voluto consegnare 5 serate di svago. Giovani e big quest’anno insieme, una scelta coraggiosa. È un altro segnale importante che si recupera, veicolare nuovi talenti e portarli nelle case di tutti gli italiani. È il Festival di tutti, con leggerezza, ma anche profondità, insieme ad un registro provocatorio.
Un commento su questi fantastici dati degli ascolti?
Al di là dei dati contabili, che sono stati rivoluzionari perché addirittura la terza serata ha raggiunto uno share che non si raggiungeva da 25 anni, io credo che come operazione complessiva sia molto interessante perché il target prevalente è dai 15 ai 24 anni ed è tornata anche la quota del target maturi e quindi penso che abbiamo intuito il mood del paese che voleva un Festival così e che quindi non sceglie di vedere una serata in base ad un ospite, ma ha scelto di viaggiare con noi in questa lunga settimana. C’è una narrazione sotto testuale che prevale, poi il grande merito di questa edizione sono le canzoni che io trovo di grande livello.
Abbiamo visto un Coletta superstar con tanto di bacio fra lei e Amadeus voluto da Fiorello. Mi dica la verità, non ne sapeva proprio nulla?
Assolutamente nulla, ma siccome a Fiore mi lega veramente un rapporto con un’immediatezza di affetto e già nel Prima Festival aveva giocato sul mio linguaggio, era chiaro che sarei stato coinvolto, certo non immaginavo sul palco, pensavo che mi avrebbe fatto qualche scherzo rimanendo seduto. Qualcuno ha letto questa cosa come una mia voglia di protagonismo, ma io sono lontano da tutto questo. Sono stato contento di essere stato suo complice.