Lo incontro in sala stampa, poco dopo la consegna del prestigioso Premio “Mia Martini”, è felice e veramente molto emozionato. Quella che ne consegue più che un’ intervista mi pare una confessione in piena regola. Ecco come è andata. Mi avvicino per complimentarmi e mi ritrovo con un Massimo Ranieri con gli occhi lucidi che mi prende le mani fra le sue e mi dice: “Ho sbagliato!”

Cosa hai sbagliato?
La prima sera, io ho sbagliato: ho preso una stecca, mi sono emozionato; è stato più forte di me. Sono stato presuntuoso, mi ero detto: beh, ho 50 anni di carriera, canto da sempre…E invece no!! Quel palco ti mette agitazione e mi ha intimorito, proprio non me lo aspettavo.
Hai gli occhi lucidi, si vede che ti emozioni, non è questo però anche il bello della musica?
Hai ragione, la musica è soprattutto questo. Ma la prima esecuzione è stata colpa mia, sono stato travolto, nella serata finale invece è andata bene.
Sei felice del Premio?
È sempre bello ricevere un riconoscimento e noi abbiamo bisogno di voi della carta stampata, che parlate di noi e dei nostri spettacoli, nella speranza che questo comparto si riprenda.

Premio della Critica “Mia Martini“
È stato creato nel 1982 da un gruppo di colleghi (Giò Alajmo del Gazzettino di Venezia, Cristina Berretta di Famiglia Cristiana e Santo Strati della Gazzetta del Popolo) per premiare quella che i giornalisti reputavano la miglior canzone del Festival. Si decise di istituire il riconoscimento a seguito dell’esclusione di Mia Martini, in gara con “E non finisce mica il cielo” di Ivano Fossati, dal novero dei primi sei in classifica (tutti gli altri finalisti venivano considerati, infatti, settimi a pari merito). Mimì ne ha incassati addirittura tre (“E non finisce mica il cielo”. “Almeno tu nell’universo”, “La nevicata del ’56”), così dal 1996 (è scomparsa nel maggio del ’95) porta il suo nome. La creazione del Premio fu così estemporanea che quello dell’82 fu conferito solo verbalmente. Mancanza a cui si è rimediato nel 2008 facendo consegnare la statuetta da Pippo Baudo alla sorella Loredana Bertè. Su 42 edizioni del Premio, solo 5 volte s’è verificata una sovrapposizione tra il giudizio della Critica e quello del Festival facendo coincidere il vincitore dell’uno con quello dell’altro (Giorgia 1995, Elisa 2001, Simone Cristicchi 2007, Roberto Vecchioni 2011, Diodato 2020) Nel 2022 Massimo Ranieri ha vinto il Premio con 27 voti, precedendo Giovanni Truppi con 15 ed Elisa con 7.