Annalaura Di Luggo è un’artista e regista multimediale e il suo nuovo progetto tocca un tema delicato come quelle delle difficoltà fisiche e sociali. “We are art” è una storia intrisa di creatività volta a promuovere una rinnovata “visione” di inclusione di giovani con difficoltà fisiche e sociali, disegnando ipotesi e prospettive di ripartenza fondate sul rapporto virtuoso tra umanesimo e tecnologia.
La canzone originale “We Are Art” nasce da un’idea di Annalaura di Luggo e nasce durante le riprese del documentario “We Are Art Through the Eyes of Annalaura”. Costruita su una melodia accattivante e su un ritornello semplice e memorizzabile invita a valorizzare le diversità e a rispettarle. Parole e musica esprimono il coraggio e la tenacia di quattro ragazzi, alla ricerca della propria dimensione, attraverso la propria forza interiore, la fede, la speranza e la volontà. Annalaura trasforma i loro occhi in simbolo di identità e uguaglianza, per dimostrare che ogni essere umano è unico speciale: NOI SIAMO ARTE! L’arrangiamento di “We Are Art” è stato prodotto con strumenti musicali tradizionali ed è arricchito mediante l’uso di suoni e dei battiti cardiaci dei quattro ragazzi protagonisti, che si mescolano al suono increspato dell’alluminio riciclato (simbolo di economia circolare) che è stato utilizzato per creare l’installazione “Collòculi”, rendendo così la canzone un tutt’uno con il DNA del concept del film e con l’opera multimediale di Annalaura di Luggo. Parole e melodia hanno il preciso intento di offrire un edificante messaggio di inclusione sociale e di affermazione del valore dell’essere umano e della vita. La scelta dell’artista, da sempre orientate all’inclusione delle categorie più deboli, come già nel documentario, si estende anche al coro della canzone che vede la partecipazione di una non vedente e di un ipovendete.
L’Artista racconta: “Vedo” attraverso gli occhi della gente, occhi che ho scelto come simbolo della mia ricerca artistica, come veicolo per contribuire ad un cambiamento di visione e di prospettiva… Un modo per traghettare lo spettatore verso nuove visioni, dove la diversità è un valore rispetto agli stereotipi rassicuranti di “uguaglianza”: una diversità che, in questo caso può diventare un trampolino di lancio. La sofferenza può rafforzare la personalità e la determinazione, la difficoltà ti fa capire che sei tu il solo capitano della tua vita e la rotta va mantenuta senza tentennamenti. Dopo vari progetti artistici volti all’inclusione sociale, con “We Are Art” scelgo un’inclusione trasversale, vale a dire mettendo a confronto vari tipi di difficoltà che solo con l’unione e la condivisione possono trovare una via di uscita. E la via di rappresentazione è il veicolo dell’arte che con le sue infinite licenze e possibilità apre la strada ai coraggiosi, a chi, come me, si sente un “outsider”, usando linguaggi e metodologie sperimentate di volta in volta, per raggiungere un linguaggio capace di cambiare il modo di vedere il mondo, ingrandendo gli occhi, punto di partenza per approfondire gli stimoli provenienti da ogni incontro ed ogni storia. “We Are art” non costituisce solo una ricerca sociale e artistica sulla percezione umana, ma anche un’affermazione del valore dell’individuo come parte attiva della società. Qui sono gli occhi dei quattro protagonisti che ho scelto, a svelare altrettante singolarissime storie di sopravvivenza e di riscatto trasformandosi in una grande opera d’arte collettiva con una funzione sociale e socializzante. Descrivere i personaggi – conclude la regista – significa descrivere sentimenti veri, storie reali che si prestano allo schermo con l’intenzione sublime di essere d’esempio per gli altri. I quattro protagonisti scelti dall’autrice per questo scopo scendono in campo mettendo la loro vita in gioco, svelando storie che non chiedono compassione ma attenzione e rispetto …Qui è tutto vero, non si interpreta, tutti sono sé stessi!