Un piacere ed un onore essere insieme al Maestro Pupi Avati, firma di grandi e intramontabili pellicole come “Regalo di Natale”, “Il cuore altrove”, “Magnificat”, “Festa di laurea” e molte altre.
Parliamo del futuro del cinema, come lo vede?
Bentrovata! Spero che accada questo miracolo per il cinema e mi auguro che questo Paese inverta la tendenza e che sappia trasformare tutta la negatività in positività.
Il momento è difficile…
Sì anche per la cinematografia, stiamo attraversando infatti un periodo dove i film non hanno avuto spettatori in sala (o ne hanno con una capienza ridotta) ed è un tema che, a mio avviso, i nuovi governi, dovranno affrontare, speriamo che lo facciano quanto prima.
Qual è quindi la sua personale ricetta per risolvere questo problema?
Dobbiamo seguire la lezione dei francesi sotto questo aspetto, che non hanno fatto quello che abbiamo fatto noi. Lì, fortunatamente, il cinema è considerata una cosa sacra, unica e imprescindibile. Poi c’è anche il cinema in televisione, ma non è la stessa cosa.
Ora lei è impegnato con il suo lungometraggio sulla vita di Dante, ce ne vuole parlare?
E’ un sogno che si avvera per me, avevo in mente da molto tempo di farlo; delle opere di Dante se ne parla molto, ma un film su di lui non era ancora stato fatto. Ho proposto il progetto per molto tempo alla Rai, andavo a parlare con i vari direttori che nel tempo si sono susseguiti, l’ufficio era sempre lo stesso, quello che vedevo io dalla finestra di quell’ufficio era sempre lo stesso panorama, ma non era mai il momento giusto. Poi ce l’abbiamo fatta, ho atteso 18 anni prima di mettermi dietro alla macchina da presa per questo film; è un progetto a cui tengo tantissimo. Sono sempre stato appassionato di Dante Alighieri, fin dalla mia infanzia.
Fra l’altro lei ha da poco ricevuto il premio Giovanni Lanza, è sempre una bella sensazione?
I riconoscimenti fanno piacere ed è sempre emozionante, questo poi è speciale perché alla sua prima edizione e non lo sapevo, quindi mi ha profondamente lusingato.