Man-su, specialista nella produzione di carta con venticinque anni di esperienza, è così soddisfatto della vita da potersi dire sinceramente: “Ho tutto”. Trascorre felicemente le sue giornate con la moglie Miri, i due figli e i due cani, finché un giorno viene improvvisamente informato dalla sua azienda di essere stato licenziato.
“Ci dispiace. Non abbiamo altra scelta.”
Sentendosi come se gli avessero reciso la testa con un’ascia, Man-su giura di trovare un nuovo lavoro entro i sucessivi tre mesi per il bene della famiglia. Nonostante la sua ferma determinazione a rimettere in sesto la sua vita, trascorre oltre un anno passando da un colloquio di lavoro all’altro, finendo per lavorare in un negozio al dettaglio.

Si ritrova a rischio di perdere quella stessa casa che ha faticato così tanto per comprare.
Disperato, si presenta senza preavviso alla Moon Paper per consegnare il curriculum, ma viene umiliato dal responsabile di linea Sun-chul. Sapendo di essere più qualificato di chiunque altro per lavorare lì, prende una decisione: se non c’è un posto vacante per me, dovrò farmi assumere creandone uno.

Il commento del regista:
”Qualche tempo fa ho letto un romanzo intitolato The ax. L’ho preso in mano perché scritto da Donald E. Westlake, autore del romanzo da cui è stato tratto Senza un attimo di tregua, uno dei miei film preferiti in assoluto. Leggendo The ax, mi sono ritrovato a identificarmi con il protagonista: un uomo che considera la produzione di carta la propria vita, che il mondo lo riconosca o meno. La penso allo stesso modo riguardo al cinema: per questo ho compreso facilmente un personaggio convinto che esista un certo modo di essere per un capofamiglia, e per un uomo, e che viva di conseguenza. Dopotutto, sono anch’io un uomo con una famiglia.
Ma all’epoca non avevo idea che mi ci sarebbero voluti vent’anni per realizzare questo film.”