Il grande regista arriva a Venezia con il suo ultimo lavoro “L’orto americano”, scelto dal direttore Alberto Barbera come film di chiusura di questa 81^ edizione. “Regalo di Natale”, “Il cuore altrove”, “Magnificat” e “Festa di laurea” sono invece solo alcuni dei titoli da lui firmati in questi 50 anni di carriera. Un grande piacere ed un onore per noi averlo incontrato e averlo potuto intervistare.
Sono in compagnia del Maestro Pupi Avati, ben tornato su EG Magazine!
Grazie, ben trovati.
Come sta vivendo questa edizione della Mostra?
Spero che voi vi stiate divertendo qui, io sono un po’ in tensione perché quando presenti un film, anche se è la decima volta per me qui a Venezia, è sempre un po’ come un esame. Tuttavia lo supereremo come abbiamo fatto tutte le altre volte.
Di cosa parla “L’orto americano” e perchè ha deciso di realizzare proprio questo film?
E’ una pellicola neo gotica, ambientata negli anni ’40 fra l’America e il Polesine. E’ la prima volta che giro un film in bianco e nero, quindi per me, dopo 54 film, c’è stata una prima volta ancora! Per di più con una sensazione completamente diversa, trovo che il bianco e nero dia una forza speciale e che tolga i limiti che ha la realtà a colori.
Una sua impressione sulla Mostra di quest’anno?
Mi pare che quest’anno la Mostra abbia dimostrato una vitalità che non corrisponde al cinema italiano perché il nostro cinema nelle sale purtroppo sta boccheggiando, è arrivato addirittura questa estate al 4% che è una percentuale irrisoria, mentre qua c’è una presenza, un’ interesse e tutto un glamour che stridono con la depressione profonda che noi produttori e registi stiamo provando. Speriamo che questa edizione del festival gestita così bene dall’accoppiata Barbera/Buttafuoco ci riporti il cinema italiano nelle sale nella top ten.
Una volta era molto diverso…
Proprio così! Pensi che in questo albergo e proprio in questi spazi dove ci troviamo ora io e lei, ho girato addirittura un film che si chiamava “Festival”. In quella occasione Massimo Boldi veniva a sapere di aver vinto la “Coppa Volpi”.
Per chi ha fatto il tifo quest’anno?
Lui è un poco più giovane di me e si tratta di Gianni Amelio, un grande regista italiano che avrebbe meritato di vincere.
Grazie per essere stato con noi!
Grazie a voi per questa possibilità di parlarvi e auguri alla vostra testata.