Alessandro Spirito, classe 1998, è un giovane e talentuoso Chef diplomato al Corso Superiore di Cucina di Alma, la Scuola Internazionale di Cucina Italiana, fondata nel 2004 da Gualtiero Marchesi.
“Chef de Cuisine”, a capo della brigata dello storico Hotel Villa Elena di Varazze, Alessandro Spirito ci conquista con una instancabile ricerca su ingredienti e materie prime, riscrivendo con grande tecnica e gusto contemporaneo i piatti della cucina italiana, per offrire un’esperienza indimenticabile.

Buongiorno Alessandro, quando è nata la passione per la cucina?
Inizialmente, ero iscritto a ragioneria, studiando materie assolutamente distanti dall’arte culinaria. Un caro amico, che ai tempi frequentava l’alberghiero, quando veniva a trovarmi a casa, si metteva spesso ai fornelli, preparando alcune ricette e fu così che piano piano mi appassionai.
Ho la fortuna di avere due genitori meravigliosi, che mi hanno sempre supportato e lasciato grande libertà nel prendere decisioni per il mio futuro.
Ho quindi iniziato a frequentare l’alberghiero a Finale Ligure e ho avuto la fortuna di essere stato affiancato, durante i primi stage, dal proprietario di un ristorante di Varazze, che è diventato il mio mentore. Gli devo molto. Se non trovi qualcuno che ti possa dare indicazioni, stare accanto nei primi passi, il cammino da percorrere diventa veramente arduo.

Qual è il primo piatto che hai cucinato?
Impossibile scordarmelo! È stato un tiramisù venuto veramente male! Era completamente liquido!
Un mio amico si è sacrificato, facendomi da cavia
Mi sono riscattato successivamente con un filetto alla Wellington, imparato guardando Gordon Ramsay in un programma TV.
Come nasce un menù?
Siamo in Liguria, sospesi tra mare e terra, dove la cucina tradizionale è povera, legata al territorio e alla stagionalità.
È molto importante l’alternanza delle pietanze. In un menù non bisogna mai ripetersi, occorre essere creativi, giocare con abbinamenti diversi. E’ necessario, inoltre, porre anche attenzione alle eventuali allergie o regimi alimentari della clientela.
Da quanto tempo lavori a Villa Elena?
Questa è la terza stagione. Tutto è avvenuto casualmente e sono molto felice di questa esperienza. Mi hanno affidato la gestione della cucina e per me è un grande onore, ma anche una grande responsabilità. All’inizio è stata dura, ora credo di avere trovato un giusto equilibrio.
Di quante persone è composta la brigata?
Siamo in 5, compreso il ragazzo alla Plonge. C’è un gran bel da fare. Si corre sempre.
Villa Elena è una struttura ricettiva storica, molto nota. Da residenza di una facoltosa famiglia, negli anni Cinquanta è stata trasformata in un Hotel, a conduzione familiare, gestito dalla famiglia Bruzzone, e le aspettative sono molto alte, non possiamo permetterci errori.
In un periodo di alta stagione, più o meno, quanti coperti riuscite a soddisfare?
La media è di 200 tra pranzo e cena.
Un’ultima domanda, per un giovane Chef come te, qual è il sogno nel cassetto che vorresti veder esaudito?
Fare questo lavoro al meglio, essere stimato dai familiari, dagli amici e dai colleghi, cercando di portare sempre più in alto il nome di questo Hotel.