Emanuele Palumbo classe 2000, come lui spesso ama ricordare, in arte Geolier è il rapper di Napoli che per primo ha portato una canzone tutta in dialetto napoletano al Festival di Sanremo. Ci invita, insieme ad una manciata di altri giornalisti, ad un pranzo conviviale e informale nella sua pizzeria, aperta per l’occasione, dove, manco a dirlo, tutto il menu ha il sapore partenopeo. Lui si aggira fra i tavoli, si siede, mangia con noi e scambia battute e risponde alle domande per un’intervista davvero speciale.
Geolier, tu sei molto amico di Lazza, lui su questo palco ci è passato l’anno scorso, ti ha dato qualche consiglio su come gestire l’ansia?
No, non mi ha dato consigli perché è in stile Lazza, non ne dà di consigli; ci siamo sentiti, se ho qualche dubbio lo chiamo, è passato prima di me ed è un fratellino anche se è più grande di me, la cosa importante è che io e lui ci supportiamo da sempre, lui in particolare supporta sempre chi gli piace musicalmente.
Sei contento della tua vittoria nella serata delle Cover?
Sì, certo. Ero comunque ancora molto concentrato sulla performance e sulla gara finale. Avevo due obiettivi per Sanremo: Napoli e il rap, l’ho fatto. Sono a posto.
Tua mamma cosa ha detto di tutto questo?
Ha perso vent’anni di vita dalla felicità in un solo colpo, io poi sono l’ultimo di cinque figli, lei è orgogliosa di me, come lo è la mia famiglia.
A livello internazionale, la tua collaborazione dei sogni qual è?
Non ho dubbi: 50 Cent. Noi rapper dobbiamo sempre conoscerci personalmente, altrimenti non si collabora, almeno da noi, a casa mia.
Cosa farai finito Sanremo?
Non lo so, penso che tornerò a Napoli, finirò il disco perchè vorrei finirlo in tempo per il tour, che comprende anche Germania, Spagna, Svizzera e Grecia, ma è tutto ancora da confermare. In estate sicuramente faremo qualche giro per l’Europa.